PILLOLE DI MANAGEMENT by Interlude
Catena o Soft Brand? Autenticità, lifestyle e boutique experience
In uno scenario come quello attuale, il mercato, di cui abbiamo tanto discusso, tende a spostare la propria preferenza verso i brand. La motivazione è presto detta,
un brand offre maggiori garanzie, a giudizio dei consumatori, circa l’attuazione di protocolli di pulizia, di sicurezza e di manutenzione.
D’altro canto anche i proprietari devono proiettarsi verso nuove esperienze di gestione del proprio asset, verso una nuova dimensione dell’operatività quotidiana che deve incontrare questa richiesta di autenticità, di attenzione e di qualità che l’ospite cerca. Il cambiamento, dovuto alla situazione attuale, quasi lo impone!
Tuttavia, come abbiamo anche detto nei precedenti articoli, il nostro ospite oggi cerca esperienze disegnate attorno ai propri desideri, insieme con l’autenticità del viaggio e del soggiorno e di un benessere multidimensionale che non si traduca solamente in una bellissima SPA.
Tutto questo sembra stridere spesso con il concetto che ciascuno di noi ha circa l’appartenenza ad un brand. Nell’immaginario collettivo, infatti, per brand si intendono quelli delle grandi catene, Marriott, Hilton, etc, e con essi pensiamo tutti alla standardizzazione degli arredi, degli edifici e delle facilities.
Quindi, se per un certo verso, le strutture ricettive cosiddette “boutique” sembrano essere la risposta privilegiata alla ricerca di questo mercato più esigente, grazie ad un approccio artigianale al servizio, alla loro dimensione, e alla loro caratteristica intrinseca di essere espressione del territorio in cui risiedono (spesso sono edifici storici o con valenza storica, piuttosto che edifici strutturalmente tipici di una località) e di essere la voce di tradizioni, cultura, profumi e sapori, dall’altro proprio questa unicità sembra allontanarli dal concetto di brand che molti pensiamo.
Già da diverso tempo, anche le catene alberghiere più grandi, hanno approcciato la questione (sempre per rimarcare che quanto stiamo vivendo oggi era già presente, sebbene non pressante, negli anni passati) circa l’adattabilità dei propri modelli al tipo di experience proposta dalle strutture indipendenti e per questo motivo sono nati i cosiddetti soft brand come Autograph, Ascend, Curio etc.
Storicamente alcuni fanno risalire il concetto di collezione di strutture ricettive indipendenti al business fondato nel 1928 da The Leading Hotels of the World che per prima propose questo modello per “autentici hotel di lusso non comuni” come li definiscono nel loro website. Di certo è che il concept più tardi è stato abbracciato un po' da tutte le altre catene, proprio per raggiungere quel target di viaggiatori alla ricerca continua di scoperte uniche ed indimenticabili.
Nata strizzando l’occhio ai grandi brand e posizionandosi fra i soft brand, Interlude Hotels & Resorts si inserisce in questo contesto facendo un leggero passo avanti rispetto ai grandi competitor e specializzandosi verso un segmento che caratterizza molto l’offerta ricettiva Italiana ed Europea. La principale caratteristica del settore alberghiero, in Italia prima di tutto e poi anche in buona parte d'Europa, è quella di essere caratterizzata da una miriade di piccole realtà indipendenti, tutte con poche camere, gestite prevalentemente dalla proprietà, spesso in location o edifici che hanno una storia e una ricchezza culturale senza pari.
Interlude si è preoccupata, quindi, di sviluppare una formula di asset management e owner representation con il preciso scopo di gestire efficientemente, professionalmente, con successo e profitto la struttura, supportando l’organizzazione, l’aspetto finanziario, le vendite, la gestione delle risorse umane, il revenue management e il livello qualitativo dei servizi, affiancando i piccoli hotel indipendenti per colmare il gap di figure manageriali che li caratterizza.
Gli hotel di Interlude sono, dal canto loro, espressione dei luoghi e delle tradizioni, della storia e della modernità. Capaci di dare all’ospite un prodotto “tailor-made”, sono suddivisi non per categoria fisica, ma per dimensioni di soggiorno: Dream, Emotion, Experience. In questo modo, l’ospite sceglierà la struttura e lo stile di vacanza in base ai propri desideri e grazie a sistemi di prenotazione avanzata, potrà costruire la propria esperienza di soggiorno ritagliata sulle proprie emozioni.
L’appartenenza ad un brand propone senza alcun dubbio diversi vantaggi:
L’adesione ad un soft brand unitamente a quanto appena delineato aggiunge il fatto che gli hotel mantengono la propria personalità, il proprio approccio artigianale e il proprio design.
Tutto questo si traduce quindi in:
Che visto dal lato del cliente, significa:
Il cambiamento può fare meno paura se non si è da soli.
un brand offre maggiori garanzie, a giudizio dei consumatori, circa l’attuazione di protocolli di pulizia, di sicurezza e di manutenzione.
D’altro canto anche i proprietari devono proiettarsi verso nuove esperienze di gestione del proprio asset, verso una nuova dimensione dell’operatività quotidiana che deve incontrare questa richiesta di autenticità, di attenzione e di qualità che l’ospite cerca. Il cambiamento, dovuto alla situazione attuale, quasi lo impone!
Tuttavia, come abbiamo anche detto nei precedenti articoli, il nostro ospite oggi cerca esperienze disegnate attorno ai propri desideri, insieme con l’autenticità del viaggio e del soggiorno e di un benessere multidimensionale che non si traduca solamente in una bellissima SPA.
Tutto questo sembra stridere spesso con il concetto che ciascuno di noi ha circa l’appartenenza ad un brand. Nell’immaginario collettivo, infatti, per brand si intendono quelli delle grandi catene, Marriott, Hilton, etc, e con essi pensiamo tutti alla standardizzazione degli arredi, degli edifici e delle facilities.
Quindi, se per un certo verso, le strutture ricettive cosiddette “boutique” sembrano essere la risposta privilegiata alla ricerca di questo mercato più esigente, grazie ad un approccio artigianale al servizio, alla loro dimensione, e alla loro caratteristica intrinseca di essere espressione del territorio in cui risiedono (spesso sono edifici storici o con valenza storica, piuttosto che edifici strutturalmente tipici di una località) e di essere la voce di tradizioni, cultura, profumi e sapori, dall’altro proprio questa unicità sembra allontanarli dal concetto di brand che molti pensiamo.
Già da diverso tempo, anche le catene alberghiere più grandi, hanno approcciato la questione (sempre per rimarcare che quanto stiamo vivendo oggi era già presente, sebbene non pressante, negli anni passati) circa l’adattabilità dei propri modelli al tipo di experience proposta dalle strutture indipendenti e per questo motivo sono nati i cosiddetti soft brand come Autograph, Ascend, Curio etc.
Storicamente alcuni fanno risalire il concetto di collezione di strutture ricettive indipendenti al business fondato nel 1928 da The Leading Hotels of the World che per prima propose questo modello per “autentici hotel di lusso non comuni” come li definiscono nel loro website. Di certo è che il concept più tardi è stato abbracciato un po' da tutte le altre catene, proprio per raggiungere quel target di viaggiatori alla ricerca continua di scoperte uniche ed indimenticabili.
Nata strizzando l’occhio ai grandi brand e posizionandosi fra i soft brand, Interlude Hotels & Resorts si inserisce in questo contesto facendo un leggero passo avanti rispetto ai grandi competitor e specializzandosi verso un segmento che caratterizza molto l’offerta ricettiva Italiana ed Europea. La principale caratteristica del settore alberghiero, in Italia prima di tutto e poi anche in buona parte d'Europa, è quella di essere caratterizzata da una miriade di piccole realtà indipendenti, tutte con poche camere, gestite prevalentemente dalla proprietà, spesso in location o edifici che hanno una storia e una ricchezza culturale senza pari.
Interlude si è preoccupata, quindi, di sviluppare una formula di asset management e owner representation con il preciso scopo di gestire efficientemente, professionalmente, con successo e profitto la struttura, supportando l’organizzazione, l’aspetto finanziario, le vendite, la gestione delle risorse umane, il revenue management e il livello qualitativo dei servizi, affiancando i piccoli hotel indipendenti per colmare il gap di figure manageriali che li caratterizza.
Gli hotel di Interlude sono, dal canto loro, espressione dei luoghi e delle tradizioni, della storia e della modernità. Capaci di dare all’ospite un prodotto “tailor-made”, sono suddivisi non per categoria fisica, ma per dimensioni di soggiorno: Dream, Emotion, Experience. In questo modo, l’ospite sceglierà la struttura e lo stile di vacanza in base ai propri desideri e grazie a sistemi di prenotazione avanzata, potrà costruire la propria esperienza di soggiorno ritagliata sulle proprie emozioni.
L’appartenenza ad un brand propone senza alcun dubbio diversi vantaggi:
- Servire più target grazie ad una redistribuzione anche fra più livelli del brand medesimo
- L’uso di una tecnologia avanzata e di sistemi di prenotazione che migliorano le performance
- Una chiara segmentazione del mercato e quindi un chiaro posizionamento del prodotto alberghiero
- Formazione di un servizio di qualità con conseguente miglioramento della professionalità del personale.
- In momenti recessivi, gli hotel di catena tendono a risalire la china prima degli hotel indipendenti
L’adesione ad un soft brand unitamente a quanto appena delineato aggiunge il fatto che gli hotel mantengono la propria personalità, il proprio approccio artigianale e il proprio design.
Tutto questo si traduce quindi in:
- Una visione strategica complessiva che però pone l’attenzione sulle peculiarità culturali, sociali ed economiche locali
- L’esaltazione della propria identità, perché il nome dell’hotel viene accompagnato e non sovrastato dal nome del brand
- Una struttura operativa e organizzativa superiore in grado di posizionare il prodotto ricettivo in maniera adeguata e quindi di incrementarne il suo valore intrinseco.
Che visto dal lato del cliente, significa:
- Autenticità: esperienze uniche e location uniche
- Lifestyle experience: modelli culturali di riferimento e legame con il territorio
- Boutique experience: la propria esperienza in un contesto piccolo e raccolto.
Il cambiamento può fare meno paura se non si è da soli.
Credits to Laura Lo Mascolo